martedì 24 giugno 2014

#LaPiagaDelParcheggiatoreAbusivo

I parcheggiatori o posteggiatori abusivi, detti anche guardiamacchine o guardiamacchina, sono persone che esercitano senza autorizzazione il ruolo di guardiani di auto e motoveicoli in zone, per lo più pubbliche, adibite regolarmente o meno, al parcheggio dietro compenso.

Tale fenomeno colpisce più spesso zone ad alta frequentazione, quali ospedali, spiagge, ma anche più genericamente zone centrali delle città, soprattutto al termine delle ore di parcheggio regolamentate, causando un prolungamento indebito e indefinito dell'"obbligo" di versare un obolo per poter parcheggiare la propria auto. Ma ormai si organizzano anche per "coprire" i grandi eventi, come le feste patronali o i concerti. E con tanto di pettorine, transenne, insomma una organizzazione parallela a quella ufficiale fatta e finita.

In molti casi, il parcheggio abusivo si prefigura come una vera e propria estorsione ai danni di chi parcheggia, con regolari minacce di danni all'autovettura in caso di mancato pagamento, o anche intimidazioni ed aggressioni fisiche. Il più delle volte, per non dire sempre alle spalle di questi loschi figuri non c'è il povero e disperato disoccupato, abbandonato dallo Stato, che cerca di portare qualche spicciolo a casa, bensì vere e proprie organizzazioni criminali, le quali esercitano una sorta di protettorato sui propri "esattori".

Non a caso, in Italia, il fenomeno dei parcheggiatori abusivi è principalmente diffuso nel meridione, in particolare in Sicilia, Campania e Abruzzo dove è, come detto, legato alla criminalità organizzata (Camorra e Mafia), inserendosi nella strategia del controllo del territorio di queste organizzazioni, ma è in rapida diffusione, ed interessa anche la Puglia, il Lazio, in particolar modo le zone litoranee, ed alcune regioni del centro e del nord (es. Emilia Romagna, Lombardia e Trentino), dove il parcheggio abusivo è svolto sia da italiani che da stranieri.

Cosa dice la legge italiana in merito? Purtroppo ben poco a tutela del cittadino.

La legge italiana punisce l'esercizio del parcheggio abusivo solamente con una sanzione amministrativa, perché spesso è molto difficile dimostrare la reale estorsione. La legge 1º agosto 2003 n. 214 che introduce il comma 15-bis dell'articolo 7 del codice della strada, stabilisce che: «Salvo che il fatto costituisca reato, coloro che esercitano abusivamente, anche avvalendosi di altre persone, ovvero determinano altri ad esercitare abusivamente l'attività di parcheggiatore o guardiamacchine, sono puniti con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 726 ad euro 2.918. Se nell'attività sono impiegati minori la somma è raddoppiata. Si applica, in ogni caso, la sanzione accessoria della confisca delle somme percepite, secondo le norme del capo I, sezione II, del titolo VI.»
In diversi casi, tuttavia, i parcheggiatori abusivi possono risultare ufficialmente nullatenenti, e quindi, anche in presenza di verbale, non pagheranno mai la sanzione. Questo rende, di fatto, impunito l'esercizio del parcheggio abusivo nella gran parte dei casi, e tende a scoraggiarne la denuncia.

E l'opinione pubblica?

Come sempre appare divisa tra chi, come detto, vede in loro esclusivamente dei disoccupati che lo fanno per "tirare a campare, e chi, invece, stanco di queste vessazioni al di fuori di ogni concetto di legalità oggettiva si organizza per contrastarli. Emblematico il caso di Palermo, dove nell'agosto 2012 nacque un gruppo Facebook intitolato "Posteggiamo i posteggiatori", gestito da alcuni ragazzi, che organizza flash mob, volantinaggi, campagne sui social network e su YouTube, per sensibilizzare i cittadini e spingerli a ribellarsi a questa ennesima versione trasformista del "pizzo". E così via ai video che registrano gli abusivi, al mail-bombing alle istituzioni locali, alle foto con tanto di sorriso accanto alla propria macchina rigata, sfoggiata come un trofeo da "resistente". Su Facebook, uno dei militanti ha addirittura postato una mappa di Google che visualizza tutti i luoghi del parcheggio abusivo.

La pressione mediatica sul sindaco di Palermo divenne così forte al punto da far scendere in piazza, manifestamente, gli stessi parcheggiatori abusivi! Nel maggio 2013, una notte, un gruppo di ragazzi di "Posteggiamo" ha fatto piovere 5 mila volantini sulle principali vie di Palermo, invitando i concittadini a ribellarsi agli abusivi. L'indomani uno spettacolo del tutto inedito: un centinaio di posteggiatori si riunisce davanti al Palazzo delle Aquile, sede del Comune, protestando e chiedendo tutela: "Il lavoro è dignità: siamo parcheggiatori abusivi onesti", recitano i cartelli, con un vistoso e insopportabile ossimoro. "Non diamo fastidio a nessuno, e anzi rendiamo un servizio alla cittadinanza: i palermitani ci conoscono e ci vogliono bene da anni". Capito? C'è pure da ringraziarli e non lo sapevamo, sciocchi!

Un vero problema insomma, visto che non tutti i cittadini sono compatti in questa battaglia di legalità. C'è chi semplicemente tollera i parcheggiatori abusivi, e anzi dà del "razzista" a chi li denuncia e contrasta. E poi c'è proprio chi è "connivente": molti commercianti, che grazie a questo servizio vedono facilitata la vita dei propri clienti, e i tanti frequentatori del centro che hanno bisogno di mollare l'auto, non importa se in seconda o terza fila, per raggiungere in fretta la propria destinazione. Congestionando il traffico e rendendo caotiche, al limite dell'impraticabile, intere zone di città.

Un primo segnale da parte delle istituzioni, a fronte di questo vuoto legislativo che spesso e volentieri lega le mani sia agli amministratori locali sia ai vigili urbani che vengono chiamati dai cittadini ad intervenire, è stato proposto dal Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.
Attraverso un'ordinanza sindacale risalente al febbraio 2013 (che potete leggere in toto qui: http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeAttachment.php/L/IT/D/5%252F5%252Fa%252FD.0c27979b8fcbe6115f94/P/BLOB%3AID%3D20767 ), de Magistris ha provveduto non solo ad inasprire le sanzioni amministrative da 765 a 3.076 euro (ma come detto spesso inefficaci perché la gran parte dei parcheggiatori risultano nullatenenti) ma, fatto più importante, ha aggiunto la possibilità di un'imputazione penale.
Oltre alle sanzioni pecuniarie, ci sono norme che coordinano segnalazione al questore per eventuale rimpatrio (nel caso in cui i parcheggiatori siano extracomunitari), norme che riguardano la Guardia di finanza, l'istituzione di numero di telefono e di un indirizzo di posta elettronica per segnalare abusi (per segnalare la presenza di parcheggiatori abusivi è possibile chiamare il numero 081/7952974, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19 e il sabato dalle 9 alle 13; è attivo anche un indirizzo di posta elettronica: sosparcheggiatoriabusivi@comune.napoli.it ), l'obbligo di denuncia alla procura della Repubblica per inosservanza di provvedimenti emessi per la pubblica sicurezza. Si tratta di uno sforzo per coordinare l'attività di tutte le istituzioni coinvolte per arginare il fenomeno dei parcheggiatori abusivi, grazie all'attività della questura, della Guardia di finanza e della procura della Repubblica.
Il documento firmato da de Magistris tuttavia ricasca nei difetti legislativi di cui sopra: parla di estorsione all'automobilista, con minacce di aggressione fisica o di danni al mezzo. Insomma, o paghi la "tassa" a me, o io mi vendico sulla macchina. Tuttavia, l'unico modo per arrestare un parcheggiatore abusivo è che qualcuno lo denunci per estorsione: come si può pretendere che debba essere il singolo automobilista a dover denunciare l'abusivo, esponendosi così a subire una ritorsione da parte della persona che ha commesso il reato? Come si potrebbe aggirare questo limite? Quali misure può adottare la Questura, anche dopo aver schedato il parcheggiatore a tutela dell'automobilista coraggioso e ribelle?
In fondo la stessa ordinanza si apre ricordando che il fenomeno dei parcheggiatori abusivi è strettamente connesso alla Camorra: è un modo per controllare il territorio, grazie a vere e proprie "vedette" delle organizzazioni criminali. Porzioni di spazio pubblico sono diventate parcheggi abusivi; addirittura, nello specifico dell'ordinanza riguardante il comune di Napoli, si riferisce che la zona vicino agli ospedali Cardarelli e Monaldi sia stata - per un certo periodo - nelle mani dei gruppi camorristici di Secondigliano.
Come si può pretendere di fronte a ciò che sia il povero cittadino a doversi esporre? Lo diceva lo stesso Falcone riferendosi a qualsiasi fatto di Mafia: la Mafia non si combatte pretendendo l'eroismo dagli inermi cittadini, ma mettendo in campo tutte le forze migliori dello Stato.

Ecco perché non si può far ricadere il peso della responsabilità della denuncia sui cittadini che, giustamente intimoriti dalla possibilità di ritorsioni, spesso per non dire sempre tendono a soprassedere e a sopportare queste quotidiane espropriazioni di legalità e dei propri diritti.

Ed ecco perché servirebbe organizzare dei tavoli istituzionali tra le varie forze dell'ordine, coadiuvate dai Sindaci e dagli altri rappresentanti locali delle istituzioni per poter decidere come fronteggiare il problema in maniera seria una volta per tutte. Anche e soprattutto esercitando pressioni politiche a livello nazionale affinché si possa arrivare alla risoluzione globale del problema e non lasciando da soli i singoli amministratori in questa che, ad oggi, è una lotta che essi si trovano ad affrontare quasi senza armi.


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