mercoledì 18 giugno 2014

#AdiosAnticorruzione

Nell'era di uno dei Governi che ha spesso spudoratamente e deliberatamente fatto abuso della decretazione legislativa d'urgenza, attraverso i cosiddetti decreti legge "omnibus" (o minestrone, che dir si voglia), una delle piaghe che sfregiano da decenni questo paese, quale è l'anti-corruzione, non sembra riscuotere nello stesso identici sentimenti di impellenza.

Non sono bastati i recenti scandali riguardanti l'EXPO 2015, il MOSE e molti altri, che quotidianamente balzano agli "onori" delle cronache, per far sì che si provvedesse quantomeno a far finta di voler muovere un passo verso questa direzione.

Pochi giorni fa, la quasi totalità della sempre riverente stampa italiana inneggiava in grassetto e in capital letters l'arrivo per questo venerdì, finalmente, dei super poteri anti-corruzione per Raffaele Cantone, conferitegli probabilmente con la sola imposizione delle mani dal premier Renzi o con qualche altro rito di tipo messianico.

Gioia e tripudio pervadevano le redazioni dei diversi giornali, pronti ad inneggiare finalmente ad un primo e concreto risultato dei tanti promessi dal guascone di Rignano sull'Arno. Si narra che fiumi di casse di Franciacorta fossero già pronte per esser stappate.

Eppur...non si muove, per buona pace di Galileo, di Baretti o di chiunque per essi l'abbia pronunciata nella sua forma positiva.

Norme quali l'autoriciclaggio, il ripristino del falso in bilancio, la revisione delle modalità e dei tempi di prescrizione possono aspettare serenamente. Oggi, la conferenza dei capigruppo del Senato ha nuovamente rimandato la discussione dei disegni di legge in materia di anticorruzione. La motivazione ufficiale? "Rinviati, in attesa della definizione dei testi". Sono cadute nel vuoto le proteste dei senatori Buccarella (M5S) e De Petris (Misto-Sel), che hanno denunciato la scomparsa del testo anticorruzione dal calendario delle discussioni.

Lo stesso Buccarella ha chiesto una nuova data per la discussione del disegno di legge entro il 15 luglio, ma la proposta è stata respinta dalla maggioranza. Durante la conferenza dei capigruppo gli esponenti di 5 Stelle e Sel hanno chiesto di sostituire, nel calendario, il progetto di riforma costituzionale con i testi per la lotta alla corruzione e il provvedimento sui reati ambientali, di cui le commissioni competenti hanno già discusso gli emendamenti.
Ma le loro proposte sono state respinte.
“Mentre tentano di forzare la mano sul ddl riforme, il testo anticorruzione sparisce dal calendario dei lavori del Senato” denuncia la De Petris che parla di “mortificazione dell’iniziativa legislativa parlamentare e il tentativo di comprimere i tempi di esame della riforma costituzionale”.

Con questo ennesimo rinvio la maggioranza spazza via l’iniziativa parlamentare e aspetta la mossa del governo. Ma con il naufragio del ddl a firma Grasso, divenuto ddl Nico D’Ascola (Ncd) ed emendato sull’autoriciclaggio dal Governo, naufraga anche il tentativo del MoVimento 5 Stelle di tendere la mano al Pd sulla giustizia. Insomma, vana l'uscita dal congelatore.

Eppure solo pochi giorni fa lo stesso MoVimento 5 Stelle si era presentato dal ministro della Giustizia Orlando con una serie di punti ben precisi e che costituiscono delle criticità oggi non più trascurabili in Italia. I punti su cui la delegazione, guidata dai due capigruppo di Camera e Senato, Giuseppe Brescia e Maurizio Buccarella, ha cercato il confronto, riguardavano il falso in bilancio, l'autoriciclaggio e il riciclaggio, l'inasprimento delle pene per reati finanziari, societari e contro la pubblica amministrazione, la prescrizione e il conflitto di interessi.

Orlando aveva promesso di parlarne a Renzi e oggi è arrivata la risposta: niente da fare, il Governo va avanti. Quello che retrocede è semmai proprio il ddl anticorruzione. Con buona pace di larga del Pd e del Pdl che possono tirare un fortissimo respiro di sollievo.

Prego, prossima slide.

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