giovedì 7 agosto 2014

#PeggioDeiBambini

C'è un partito, quello fintoDemocratico, che a volte ci stupisce, raggiungendo vette di imbarazzo che mai ci si dovrebbe aspettare da rappresentanti istituzionali.

Uno dei suoi elementi più imbarazzanti è l'onorevole Francesco Boccia: che non è quello che cantava Turuturu, perché non vorremmo umiliare quello lì che aveva molta più dignità.

Boccia è Presidente della Commissione Bilancio, colui che aveva approvato il decreto legge sulla riforma della PA a firma del ministro Madia e al centro dello scandaloso passo indietro del governo dei giorni scorsi quando, una volta resisi conto che le coperture erano assolutamente farlocche, si è dovuto fare un passo indietro lasciando ancora una volta a terra i cosiddetti quota 96, penalizzati dalla riforma Fornero.
In un paese normale, colui che aveva approvato quel decreto in Commissione, certificandone quindi le coperture, come minimo avrebbe avuto la dignità di dimettersi il giorno stesso, neanche quello dopo.
Boccia, ovviamente, non ci ha pensato minimamente. Né tantomeno il Governo, così celere invece nel rimuovere suoi componenti in dissenso dalle varie Commissioni (vedi caso Mineo).

Boccia è anche lo stesso che, quando si parlava dei tagli da fare sugli F-35, twittava al riguardo spacciando dei cacciabombardieri, quali sono gli F-35, per degli elicotteri antincendio. Questo per certificare, ancora una volta, quale cognizione di causa possa avere questo personaggio ogni volta che apre bocca.

Boccia è poi il simbolo delle cosiddette "larghe intese" o meglio dell'inciucione che è da tempo ormai in atto tra il finto centrosinistra ed il finto centrodestra, tutti uniti nel nome del partitone unico, quello presidenziale. Questo perché Boccia è sposato con Nunzia De Girolamo, ex Pdl, attualmente al Nuovo Centro Destra, già indagata per abuso d'ufficio nella questione di alcune nomine all'ASL di Benevento. Un'altra che, così come l'hanno scampata Berlusconi e Penati (PD), potrebbe beneficiare della riforma Severino sulla concussione e che risulterebbe, quindi, nell'ennesima assoluzione farlocca.

Tornando a Boccia, tuttavia, parliamo dell'ultima perla di questo personaggino: ieri Boccia presenta una Proposta di Legge riguardante "Disposizioni per la liquidazione della società Equitalia Spa e il trasferimento delle funzioni in materia di riscossione all'Agenzia delle Entrate".
Voi direte: minchia, finalmente ne fa una giusta! Una proposta di legge per abolire Equitalia, che bello!

Poi ti fermi un attimo, ci pensi su, ti ricordi che si tratta di Boccia, e ti fai qualche domanda. Possibile tutta questa arguzia all'improvviso?

Niente paura, il trucco c'è ed è anche grossolano. In pieno stile della mistificazione delle bugie continuamente raccontate da questo Governo e pedissequamente riprese dalla stampa serva di regime.

La proposta presentata da Boccia è IDENTICA alla proposta di legge presentata a prima firma dalla deputata del MoVimento 5 Stelle Azzurra Cancelleri. E BOCCIATA dall'Aula, e in totalità dal PD, soltanto il 10 luglio scorso con un emendamento di una sola riga, senza neanche fare una discussione in merito, a prima firma del deputato PD Causi.

A questo link si può leggere nel dettaglio la proposta ORIGINALE a firma della deputata M5S, platealmente copiata dal burattino Boccia: http://www.azzurracancelleri.it/perche-abolire-equitalia/

Il PD neanche un mese fa ha bocciato la stessa proposta. Oggi la ripresenta, uguale, a propria firma.
Ci sarà forse qualcosa di ridicolo in questo partito e in questo Governo?

mercoledì 6 agosto 2014

#AttentiAlGufo

È ufficiale: gli 80€ altro non sono stati che un mero e limpido voto di scambio.
Infatti, nonostante gli slogan da bonaccione ammiccante di Renzi (che si era spinto a pronosticare un +1% entro fine del 2014 non si sa su quali numeri e quali basi), oggi l'ISTAT ha confermato che l'Italia è in piena recessione con un calo del PIL del -0,2% su base trimestrale e del -0,3% su base annuale.

Saranno gufi anche quelli dell'ISTAT (considerando che i vertici se li sono scelti loro)?

Il vero dramma, che da mesi in pochi proviamo a raccontare, è che non ci saranno slogan che salveranno il paese dalla manovra correttiva che arriverà questo autunno. Si parla di una manovra che oscillerà tra i 20 e i 30 miliardi.

Dove troverà i soldi il Governo Renzi? Dall'aumento delle tasse già esistenti (si prospetta un nuovo aumento dell'IVA ad esempio), all'immissione di nuovi balzelli fino ad un prelievo forzoso dai conti correnti di un paese che, come confermato oggi dall'ISTAT, è già alla fame totale.

Numeri che confermano la fumosità e il navigare a vista del Governo più tragicomico degli ultimi 20 anni, che inanella figuracce a raffica come accaduto pochi giorni fa per i cosiddetti "quota 96" e come dimostrato dalle continua critiche dei tecnici della Ragioneria di Stato e del commissario per la Spending Review Cottarelli, che sta spingendo questo paese sempre più nel baratro attraverso l'abuso indiscriminato della decretazione d'urgenza e della questione di fiducia. Impedendo, con tali strumenti, il dibattito e la dialettica parlamentare, annullando i diritti delle opposizioni e dei cittadini che esse rappresentano, riducendo invece il Parlamento a mero agente ratificatore dell'azione di Governo.

Tutto ciò mentre Renzi incontra ancora una volta in gran segreto il condannato B., sotto lo sguardo vigile e l'egida di Re Giorgio, al fine di portare a termine il disegno di Stato autocratico che ufficializzerà e legittimerà l'arrogante autocrazia messa in mostra in questi mesi.

venerdì 27 giugno 2014

#ResponsabilitàOggettivaDeiPartiti

In diritto la responsabilità oggettiva configura una situazione in cui il soggetto può essere responsabile di un illecito, anche se questo non deriva direttamente da un suo comportamento e non è riconducibile a dolo o colpa del soggetto stesso.

Vogliono le liste bloccate? Allora se il politico commette reato sia responsabile anche il partito che l’ha selezionato”. E’ proprio il principio di responsabilità oggettiva, già utilizzato nel calcio (e in altri ambiti del diritto civile italiano, ad esempio il danno causato da animali) che ora potrebbe essere applicato nel mondo della politica. L’idea è del deputato di Fratelli d’Italia Massimo Corsaro che ha depositato una proposta di legge a Montecitorio, fornendo un interessante spunto in tempi di riscrittura della legge elettorale. Andando a toccare un punto scottante del dibattito: quello tra chi spinge per reintrodurre le preferenze e chi invece venderebbe l'anima al diavolo per proseguire sulla strada delle liste bloccate (uno dei motivi di incostituzionalità del Porcellum, che ha portato la Consulta a bocciarlo). Altro che immunità.

Il pensiero va alle mancanze di memoria improvvise e prese di distanza di tutta fretta tra i banchi di deputati e senatori, ma anche tra gli amministratori del territorio. Ultimo episodio eccellente quello del sindaco Giorgio Orsoni, che il Partito Democratico disconobbe con rapidità giudesca: “Non è mai stato dei nostri”. Secondo il testo del parlamentare ex Alleanza Nazionale, se uno degli eletti commette un reato, non si può ritenere responsabile solo la singola persona, ma anche chi ha investito su di lui con una selezione che si pensava dettagliata. “Il giorno dopo l’arresto del primo cittadino di Venezia” - dice Corsaro - “i democratici gli hanno voltato le spalle. Io mi chiedo: chi l’ha candidato? Qualcuno deve pur averlo scelto”.

I casi previsti dal disegno di legge riguardano l’ipotesi che l’eletto sia ritenuto responsabile di reati di corruzione, concussione, contro il patrimonio pubblico e la Pubblica amministrazione, e di reati di mafia e coinvolgimento in associazione mafiosa. La responsabilità penale resta soggettiva, ma se c’è la condanna definitiva, il partito deve pagare una penale in base alla responsabilità oggettiva. “In questo caso” - afferma Corsaro - “il partito dovrà sborsare 5 volte quanto è stato erogato al condannato nel periodo tra la data di compimento del reato contestato e la pubblicazione della sentenza definitiva. Ovvero diarie, emolumenti e rimborsi: tutto questo deve essere restituito con l’aggiunta”. La formazione politica che l’ha candidato deve rispondere della selezione sbagliata.

Un'importante e distintiva caratteristica della responsabilità oggettiva si ha in tema di onere della prova: la responsabilità extracontrattuale (normale) viene meno se l'autore del fatto illecito fornisce la prova dell'assenza di sua colpa, quella oggettiva solo se si prova che il danno è dovuto ad un evento fortuito imprevedibile ed inevitabile. “Visto che prevediamo la buonafede” - continua - “e l’eventualità che ci possano essere degli errori, il partito può evitare il pagamento della penale se collabora attivamente alla denuncia. Ma non solo. Se invece la segreteria non collabora e non paga la sanzione, al Movimento o partito viene vietato di partecipare alle successive competizioni elettorali”.

Il modello da applicare secondo Corsaro per risolvere il problema è quello del mondo sportivo: “In quel contesto, se un giocatore tesserato o addirittura la tifoseria fanno qualcosa di sbagliato a pagare è anche la società con penalizzazioni e multe. Perché non dovrebbe essere lo stesso anche in politica?”.

"Troppi sono stati i casi di malaffare che sono emersi alla cronaca degli ultimi tempi ed è necessario che anche la politica torni ad essere credibile. Se vogliamo davvero fare le riforme, se Renzi sostiene di essere colui che rivoluziona il mondo, lo dimostri sostenendo questa iniziativa”.

Una proposta di legge, quindi, molto interessante e da valutare attentamente. Una proposta di legge che, sicuramente, va nella direzione di far riavvicinare il cittadino alle istituzioni e che potrebbe segnare un deciso e importante passo verso l'anticorruzione in Parlamento. Sarà interessante vedere come si comporteranno le varie forze politiche al riguardo.

Ecco perché, crediamo, difficilmente verrà mai calendarizzata.

#AdPersonamLaVendetta

Altro che errore. L’articolo “salva Renzi” nella riforma Madia della Pubblica Amministrazione c’è ancora. La norma è stata riscritta, ma non eliminata, come aveva garantito Palazzo Chigi pochi giorni fa, e Tommaso Rodano oggi sul Fatto Quotidiano spiega sapientemente come sia stato possibile il giochino.

Il decreto legge pubblicato mercoledì in Gazzetta Ufficiale introduce una piccola modifica al Testo Unico degli Enti Locali del 2000.
Il testo (articolo 11, comma 4) è sibillino: “Resta fermo il divieto di effettuazione di attività gestionale anche nel caso in cui nel contratto individuale di lavoro il trattamento economico, prescindendo dal titolo di studio, è parametrato a quello dirigenziale”.

Proviamo a spiegare. Mentre la prima parte dell’articolo (il “divieto di effettuazione di attività gestionale”) stabilisce un principio ovvio (lo staff delle segreterie di sindaci e presidenti, assunto a tempo determinato, non può svolgere compiti dirigenziali), la seconda parte estende quel divieto anche a quei contratti “parametrati a quelli dei dirigenti, prescindendo dal titolo di studio”. Si ammette, in sostanza, che i componenti dello staff possano ricevere lo stesso trattamento economico dei dirigenti, senza tener conto dei loro curricula.
Si tratta di una fattispecie molto simile a quella che tre anni fa è costata a Matteo Renzi una condanna in primo grado per danno erariale.
Il 4 agosto 2011 la Corte dei Conti di Firenze ha giudicato l’attuale premier responsabile dell’assunzione irregolare di quattro persone nello staff della sua segreteria, quando era presidente della Provincia di Firenze (da 2004 al 2009). I quattro sono stati assunti a chiamata diretta con un contratto di categoria D invece che C, nonostante non avessero mai ottenuto il titolo di studio (la laurea) necessario per essere inquadrati in quella fascia e con quello stipendio. I giudici contabili fiorentini, quindi, hanno condannato in primo grado Renzi a risarcire lo Stato: la multa per l’attuale presidente del Consiglio è stata di poco meno di 15 mila euro, il 30 per cento della cifra complessiva (circa 50 mila euro) divisa con gli altri venti condannati.
Ai tempi, Renzi si consolò sottolineando il forte sconto rispetto alle richieste della procura (che chiedeva un risarcimento superiore ai 2 milioni di euro), ma ricorse comunque in appello per ribaltare una sentenza considerata, a quale titolo non si sa, “fantasiosa e originale”.
Quando arriverà il secondo grado di giudizio, però, la norma incriminata potrebbe non esserci più, visto che l’articolo 11 comma 4 del decreto legge Madia riconosce la possibilità di “trattamenti economici parametrati a quelli dirigenziali, prescindendo dal titolo di studio”.
Già in una delle bozze precedenti della riforma della pubblica amministrazione era comparso un paragrafetto che (in modo ancora più esplicito) avrebbe reso lecite le assunzioni incriminate di Renzi.

Quando B. provava lo stesso giochino per aggiustare i propri processi un'intera categoria si sollevava irata e bellicosa (giustamente, ci mancherebbe altro). Allora perché oggi questo scandalo sta passando quasi del tutto inosservato? Perché il primo giornale italiano (per copie vendute, non certo per qualità) quale è Repubblica non si alza più a gridare allo scandalo o a organizzare raccolte firme, campagne mediatiche di informazione? Come si fa a credere alla buona fede di giornalai come Scalfari?

La norma incriminata, tornando a Renzi, era rappresentata dall’articolo 12 della riforma e stabiliva che “in ragione della temporaneità e del carattere fiduciario del rapporto di lavoro si prescinde nell’attribuzione degli incarichi dal possesso di specifici titoli di studio o professionali per l’accesso alle corrispondenti qualifiche ed aree di riferimento”.

Lo staff del presidente del Consiglio, non appena il Fatto aveva scoperto e denunciato la norma salva-Renzi, aveva assicurato che si trattasse di “un errore” (ci mancava solo arrivassero ad affermare che la norma si fosse messa nera su bianco da sola) e che sarebbe stata cancellata dal testo definitivo del decreto legge. Così è stato.

Tuttavia, o credono che siam scemi noi o che loro siano più furbi. Al suo posto, è stato inserito il nuovo articolo di cui abbiamo detto sopra, che interviene ancora sulla fattispecie che è costata al premier la condanna amministrativa in primo grado. Rimane intatta, con la nuova formulazione, la possibilità di assumere dipendenti (nelle segreterie degli enti locali) con uno stipendio equiparato a quello dei dirigenti. Rimane intatta, soprattutto, la possibilità di farlo “prescindendo dal titolo di studio”, come fece Renzi quando era presidente della provincia di Firenze. E per cui, anche se solo in primo grado, è già stato anche condannato. Anche se da Palazzo Chigi, stavolta, garantiscono che la nuova norma non riguarderà il caso specifico del presidente del Consiglio ma arriverà ad influenzarlo per forza di cose (lo capirebbe chiunque, non serve essere grandi esperti di diritto checché ne dica l'ex Napolitanina e gli altri scagnozzi renziani).

Insomma, finito un ventennio di eterne lotte contro leggi ad personam, ci si appresta a viverne un altro? In fondo, non a caso, siamo la nazione più gattopardesca che possa esistere e Renzi, in ogni suo atto quotidiano, conferma di essere un OGM (Organismo Gattopardescamente Modificato).

mercoledì 25 giugno 2014

#CaroMario

Caro Mario,
non hai alcun motivo di vergognarti di essere italiano, né di non sentirti tale. Anzi.
Caro Mario tu rappresenti l'italiano medio fatto e finito. Ossessionato dal proprio ego, perennemente pronto a scaricare le proprie colpe sul prossimo, specie se si parla del collega, indolente, e sopratutto maniacalmente legato alla cura esclusivamente del proprio orticello.
Caro Mario fai a pieno titolo parte di tutta quella amplissima fetta di italiani che "si costerna, si indigna, si impegna (...) poi getta la spugna" (cit.), tu con l'aggravante del fatto che la parola dignità non l'hai mai trovata scritta neanche sui muri, oltre che a non averla imparata a scuola.
Caro Mario non ho mai creduto che i tuoi mille, centomila, marchiani errori di carriera, di vita, di comportamento, di relazioni sociali dipendessero in qualsiasi modo dalla tua giovane età. Purtroppo, caro Mario, bacati ci si nasce, non ci si diventa. E oggi, tirando in maniera indegna in mezzo addirittura il colore della pelle, hai dimostrato di essere veramente un uomo piccolo così. Anche questo, caro Mario, questo volersi autoghettizzare piagnucolando, come accade non solo sul colore della pelle, ma ad esempio in tanti altri casi in Italia (il primo assimilabile è quello del meridionale che invece di reagire continua a lamentarsi di quelli del nord e viceversa), per usare una presunta diversità come scudo e motivazione per i propri fallimenti, per il proprio immobilismo, per la propria capacità di cambiare il corso della propria vita e carriera, è tipicamente italiano.
Quindi, caro Mario, rassegnati.
Purtroppo per te sei più italiano di quanto tu creda. E lo sai anche tu.
Il problema è che quelli come te, a quelli come me che provano a reagire, a cambiare la mentalità di questo paese, a fare invece di restare impalati a piagnucolare, stanno sul cazzo.
E rassegnati, caro Mario, il colore della tua pelle non c'entra un bel fico secco (troppo comodo). Semmai un giorno riuscissi a capire questo (ma ne dubito), forse riuscirai ad ottenere un po' di rispetto da chi ti circonda.